Depressione: sintomi, cause e come uscirne
Depressione, psiche e corpo
La depressione è un disturbo dell’umore molto diffuso che può colpire persone di diverse fasce d'età, dai bambini agli adulti, compresi gli anziani. A differenza di quanto si possa pensare, questo problema non riguarda esclusivamente la sfera dello stato d’animo, ma può anche influenzare il corpo, portando a cambiamenti comportamentali e manifestandosi con sintomi fisici.
Si può manifestare sia negli uomini che nelle donne, ma statisticamente sembra avere una maggiore incidenza nel sesso femminile.
Depressione, disturbi dell’umore, sindromi depressive
Il termine “depressione” è uno di quelli che più strada hanno fatto fuori dagli studi di medici e psicologi, tra i discorsi dei non addetti ai lavori, ciò ha prodotto una certa confusione sul suo significato. In psicopatologia, con “depressione” si intende l’abbassamento dell’umore. Più nello specifico, la depressione può rappresentare un sintomo (l’umore depresso comune a più quadri nosografici), o la sindrome, che prende il nome dal sintomo principale, appunto l’umore depresso.
Depressione maggiore
È la depressione “per eccellenza”, è il quadro dove i sintomi della depressione (vedi sotto) si sviluppano nella forma più severa. Le statistiche epidemiologiche mostrano che il disturbo depressivo maggiore è il disturbo psicologico più diffuso a livello globale.
Depressione post-partum e baby blues
La depressione post-partum (o depressione post-parto) è quel quadro depressivo che si sviluppa in una donna dopo la nascita del bambino. Si tratta di una condizione molto seria, da non confondere con il cosiddetto baby blues.
Il baby blues o maternity blues è una condizione di forte nostalgia (“blues”) sperimentato da circa il 70-80% delle neo-mamme. Al contrario della depressione post-partum l’intensità dei sintomi è minore e di rapida risoluzione. I sintomi del baby blues sono generalmente i seguenti:
umore instabile;
pianto;
senso di inadeguatezza;
tristezza;
irritabilità.
Disturbo bipolare
Il disturbo bipolare è uno dei disturbi dell’umore più noti al grande pubblico. Quantomeno per quanto riguarda il nome: è frequente difatti l’uso improprio del termine, che viene spesso associato a manifestazioni di oscillazioni improvvise dell’umore. I sintomi del disturbo bipolare riguardano l’oscillazione dell’umore, ma nell’arco di episodi, che possono durare anche molti giorni, non in rapida successione. In particolare, nel disturbo bipolare episodi depressivi si alternano a episodi maniacali. Questi ultimi si caratterizzano per un umore eccessivamente elevato, con euforia e comportamenti che espongono sé e altri a rischi di incolumità. Forme più blande di tale ipertimia prendono il nome di episodio ipomaniacale. I poli a cui il termine bipolare si riferisce sono quelli della depressione e della mania, in base all’intensità dell’alterazione dell’umore si parla di disturbo bipolare di tipo I, disturbo bipolare di tipo II o ciclotimia.
Spesso è stato sottolineato il legame tra depressione e creazione artistica.
Ispirazione? Cura? Sublimazione? Dietro il genio di alcuni dei più grandi artisti risiede spesso un’anima inquieta. È famoso il caso di Giacomo Leopardi, teorico del pessimismo cosmico, e di Van Gogh, autore del quadro rappresentato, Sulla soglia dell'eternità (Vecchio che soffre), del 1890.
Sintomi della depressione
I sintomi della depressione possono variare da persona a persona, e sono di tipo cognitivo, affettivo, comportamentale, volitivo, o fisico.
Alcuni dei più comuni sintomi della depressione sono i seguenti:
Umore triste o depresso
Perdita di interesse o piacere nelle attività quotidiane
Cambiamento significativo del peso o dell'appetito
Stanchezza o mancanza di energia, insonnia o ipersonnia
Difficoltà a concentrarsi o a prendere decisioni
Senso di inutilità o colpa
Pensieri negativi su di sé o sul futuro
Pensieri suicidi
Cause della depressione
Si ritiene che le cause della depressione siano dovute a una combinazione di fattori genetici, ambientali e psicologici.
I fattori genetici possono aumentare il rischio di sviluppare la depressione. Molti studi evidenziano la maggior probabilità di sviluppare depressione in presenza di un familiare con la stessa diagnosi.
I fattori ambientali, come eventi stressanti o traumatici, possono contribuire alla depressione. Ad esempio, la perdita di un lavoro, la morte di una persona cara o un divorzio possono aumentare il rischio di sviluppare la depressione. Tuttavia, in un’ottica psicoanalitica, non è possibile tracciare un determinismo tra evento e disturbo, poiché ciò che conta è come quell’evento viene vissuto.
I fattori psicologici, come i pensieri negativi o convinzioni disfunzionali, possono anche contribuire alla depressione. Ad esempio, le persone che pensano di essere inadeguate o di non meritare di essere felici sono più a rischio di sviluppare la depressione. Chiaramente, è possibile notare già in questi tipi di pensiero una certa tonalità melanconica.
Depressione: come uscirne?
Il trattamento della depressione può avvenire attraverso la psicoterapia e la psicoanalisi. In certi casi, è possibile valutare di affiancare una terapia farmacologica.
Terapia farmacologica della depressione
La terapia farmacologica della depressione è complessa: la scelta di antidepressivi è notevole ed è possibile solo dietro un’attenta valutazione medica. I principali tipo di farmaci per la cura della depressione sono:
Antidepressivi tricicli (come amitriptilina, nortriptilina, clomipramina, dosulepina);
Inibitori Selettivi della Ricaptazione della Serotonina o SSRI (come fluoxetina, sertralina, citalopram, escitalopram);
Inibitori della ricaptazione della noradrenalina e della dopamina (come il bupropione);
Inibitori della Ricaptazione della Serotonina e della Noradrenalina (come duloxetina e venlafaxina);
Inibitori delle Monoammino Ossidasi, IMAO (come tranilcipromina e la moclobemide, non più commercializzati in Italia).
Depressione e psicoanalisi
In un’ottica psicoanalitica, la depressione può derivare da conflitti interiori irrisolti legati a esperienze passate, tipicamente legati a certe relazioni familiari. Questi conflitti inconsci possono generare sensazioni di impotenza, colpa e autosvalutazione. La psicoanalisi mira a esplorare e affrontare tali conflitti interni per superare la depressione attraverso la consapevolezza e l'accettazione delle questioni soggettive che ciascun soggetto depresso singolarmente esprime anche attraverso il proprio sintomo.