Netflix e psicoanalisi: i padri di Lupin
In questi giorni si parla molto di Lupin, la serie Netflix con protagonista Omar Sy. È da poco uscita la terza stagione, e pare proprio che visto il grande apprezzamento da parte del pubblico, seguirà una quarta.
Le vicende raccontano di Assane Diop, un ladro gentiluomo che nelle sue imprese si ispira al leggendario personaggio di Arsenio Lupin, protagonista dei libri di Maurice Leblanc. E cosa lega l’identificazione di Assane al personaggio di Leblanc? Il padre. È in effetti il padre ad aver regalato un libro di Lupin al piccolo Assane, poco prima di morire in seguito a una congiura dei padroni della casa per cui lavorava. Ho scelto di parlarne perché a mio parere l’esplorazione del tema della paternità è uno dei cardini su cui si regge il racconto.
Babakar Diop, il padre di Assane
Il rapporto che lega Assane al padre è di grande tenerezza. Babakar si presenta come un uomo mite ma determinato. Accetta la condizione di subalternità in cui Hubert Pellegrini, il padrone della casa per cui lavora, lo pone continuamente, poiché tiene al lavoro, senza il quale non potrebbe garantire le cure necessarie al figlio Assane.
Babakar morirà in cella, apparentemente suicida, incastrato dalla famiglia Pellegrini, che lo raggira e lo indica come ladro di una preziosa collana di diamanti posseduta dai Pellegrini. Da qui in poi, ciò che muove le azioni di Assane è l’interrogativo sulla colpevolezza o l’innocenza del padre. È disposto a tutto per scoprirlo, e complice la contingenza di certi incontri, sembra identificarsi in Lupin, il ladro gentiluomo il cui libro il padre ha regalato ad Assane poco prima di morire.
In effetti l’identificazione sembra più precisamente nei confronti del padre come ladro gentiluomo, nella versione del padre colpevole in quanto ladro, eppure non veramente fuorilegge, in quanto gentiluomo. “Tuo padre è un gentiluomo”, dice Anna Pellegrini al piccolo Assane, colpendo il piccolo futuro Lupin, fiero che suo padre sia stato decritto così.
Assane, padre di Raul
Assane non è solo il figlio di Babakar, ma è anche il padre di Raul.
E le vicende di Assane-padre sono certamente molto legate a quelle di Assane-figlio. È questo un dato che la psicoanalisi verifica nella sua clinica, divenire padre (ma lo si può dire senz’altro rispetto a qualsiasi figura genitoriale) implica un confronto con il proprio padre, con il proprio essere stato figlio. Il significante “Lupin” transita nelle generazioni, Assane regala al figlio i libri di Leblanc, il figlio se ne appassiona. Eppure avere per padre un Arsenio Lupin significa confrontarsi con un padre che spesso sparisce. Eppure è un padre molto presente: un’altra cosa che mostra la clinica psicoanalitica è che è al di là della biografia e del tempo cronologico che si può verificare la presenza del padre e dell’Altro in generale.
Hubert Pellegrini, il padre dell’orda
Hubert Pellegrini è il nemico di Assane. È il responsabile della morte del padre, e del tentato omicidio del figlio Raul.
È il padre dell’orda evocato dal mito di Freud, il padre del potere patriarcale che ha il potere assoluto e che riserva per sé tutto il godimento. Hubert, avido di denaro, è il padre che tradisce la figlia, mentendole senza alcun tipo di pudore. Così come senza remore è il raggiro e l’omicidio del padre di Assane e il tentato omicidio del figlio, che come quelli commessi in altre vicende, fa eseguire da uomini sul suo libro-paga.