Francesco Turco | Psicologo

View Original

Come amarsi non è scritto da nessuna parte

Potete comprare tutti i libri che volete sull’argomento, sono tantissimi e tutti vorrebbero spiegarvi cos’è l’amore, come si dovrebbe vivere, forse anche come si dovrebbe fare. Qual è il segreto di una coppia felice? Troverete esercizi per arrivare al vostro obbiettivo, indicazioni chiare. Come se l’autore avesse trovato la formula del giusto rapporto. Il segreto dell’armonia nell’incontro.

La psicoanalisi lacaniana, più umilmente, parte da un assunto: non c’è rapporto tra uomo e donna. La questione è la medesima per quanto riguarda le coppie omosessuali, perché l’incontro con l’altro è sempre marcato da un'impossibilità, interrotto da un vuoto.

Gli amanti, Magritte

Certo, gli incontri si fanno, le coppie esistono, si fanno e si disfano tutti i giorni. Questo vuoto non impedisce all’altalena dell’amore di produrre le sue vertigini negli umani. In effetti, è proprio questo vuoto che comporta l’esistenza di un’altalena: proprio perché l’amore non è regolato meccanicamente, per esempio dalle stagioni o dagli odori, facciamo esperienza quotidiana delle difficoltà nel rapporto con gli altri, a prescindere dal fatto che assuma una valenza sintomatica, clinica. Siamo esposti alla mancanza di una regola scritta per l’incontro, che dunque si spalanca su un’assoluta contingenza. Per la psicoanalisi il soggetto, almeno in certi casi, sa come produrre e regolare un macchinario che permette di fare ordine, istituire una regolarità (una ripetizione, che introduce la necessarietà nella contingenza) nel vuoto dell’incontro. Si tratta del fantasma, che a volte vacilla e produce sofferenza, o s’irrigidisce producendo sempre lo stesso film, con esiti analoghi. Per Lacan, lontano dal discorso contemporaneo dell’ideale di un’armonia garantita, nell’incontro di due c’è sempre qualcosa dell’ordine dell’incontro per come lo dipinge Magritte nel suo quadro sopra riportato, “Gli amanti”.

Un impossibile, dunque, dell’incontro. E l’amore? L’amore si adagia qui, su questo vuoto, velandolo. Senza rimuovere che l’incontro è impossibile, ma fornendo un’interpretazione di questa impossibilità: se l’incontro non è già scritto, il vuoto è apertura alla possibilità di inventarsi un modo singolare di tentare di renderlo possibile.

Senza alcuna garanzia che funzioni, da inventare ogni volta con la responsabilità dei propri atti. Attorno all’amore c’è tutto un lavoro, un’elaborazione. Se in ambito accademico ci si sforza spesso di trovarne le formule universali, facendone un fenomeno oggettivo tra gli altri, oggetto di misura attraverso test e questionari, l’arte non si oppone al dato del vuoto e dell’impossibile, e da sempre lo mette al centro delle sue produzioni.

Anche nelle sedute si parla d’amore: l’amore è protagonista dei discorsi che vi si svolgono, perché l’amore condensa questioni fondamentali del soggetto. Lo indica bene una frase di Lacan, nel seminario X sull’angoscia:

Solo l’amore permette al godimento di accondiscendere al desiderio

Parlare d’amore è parlare dell’invenzione singolare con cui il soggetto prova a cavarsela con l’impossibilità dell’incontro, prova a far addivenire a patti quello che in psicoanalisi lacaniana sono il godimento, che gode da solo, e il desiderio, che passa per l’Altro.

Non è impresa facile, ecco perché anche nel grande pubblico si sente sempre più spesso parlare di relazioni tossiche, dipendenza affettiva, gelosia, stalking, disturbi della sfera sessuale… e molte altre formule dell’impasse contemporanea del desiderio e dell’amore.